A proposito di destino, autodeterminazione, volontà, sforzo e ragione...
"Ma una tale vertigine non reggeva davanti alla ragione. E' vero che la parola "peste" era stata pronunciata, è vero che in quello stesso minuto il flagello scuoteva o abbatteva una o due vittime. Ma, insomma, lo si poteva fermare. Quello che bisognava fare era riconoscere chiaramente quello che doveva essere riconosciuto, cacciare infine le ombre inutili e prendere le misure necessarie. Poi la peste si sarebbe fermata, in quanto la peste non la si concepiva o la si concepiva falsamente. Se si fermava, ed era la cosa più probabile, tutto sarebbe andato bene. Nel caso contrario, si sarebbe saputo che cosa fosse, e se non vi fosse modo di adattarvisi prima per vincerla poi.
Il dottore aprì la finestra, il brusio della città si accrebbe all'improvviso. Da un'officina poco distante saliva il sibilo breve e ripetuto d'una sega meccanica, Rieux si scosse: là era la certezza, nel lavoro d'ogni giorno. Il resto era appeso a fili e a movimenti insignificanti, non ci si poteva fermare. L'essenziale era far bene il proprio mestiere"
Albert Camus, La Peste, 1947
13 commenti:
Non l'ho mai letto questo libro, sono più volte stato sul punto di comprarlo, ma c'è sempre quacosa che mi frena. Comunque credo che meriterebbe ulteriori post il confronto tra vertigine e ragione, pensaci, cara Pat. Non posso fare a meno di pensare che allo stato attuale il lavoro di ogni giorno non è più una certezza, almeno da qualche anno a questa parte, ma Camus questo non poteva saperlo
http://www.ondarock.it/recensioni/2007_elliott.htm
ma che bellezza! allora bisogna correre a comprarlo!
Cmq avevi ragione, Either/Or è meglio
per federico: Camus dice lavoro ma penso si riferisca a tutto ciò che cade nel campo del possibile e del certo; o, meglio, del ragionevole; la peste - l'irrazionale, il destino, quello che ci capita senza una ragione, a cui non si può attribuire un senso - non potrà essere forse compresa, ma dobbiamo affrontarla, e per affrontare qualcosa di assurdo occorre usare ciò che è ragionevolmente alla nostra portata, anche se non dà subito risultati concreti. Questa è la condizione umana, fare ciò che si deve e provarci a sconfiggere la peste, chiamarla col proprio nome, riconoscerla e non sopperire alla sua assurdità. E' un simbolo dell'intera condizone umana (e il protagonista, Rieux, non a caso è un medico....), un libro a tratti pesante, molto concettuale e filosofico, ma finirlo mi ha dato molto, e una certa soddisfazione. A proposito di libri, sono ben accetti dei consigli di lettura...che state a legge voi?
Follia, di McGrath... sono un po' impantanato a essere sincero.
ah ah, è proprio uno di quelli che dovrei cominciare, pronto tra i libri prestati, ma che non ho mai cominciato per paura d'impantanarmi...
due domande:
1. sei impantanato perchè è brutto?2. chi sei? giovi?
Follia di McGrath me l'ha mandato Monica da Milano, ma non l'ho ancora iniziato. mo me so messo a rilegge "Cose Preziose" di King. ogni volta che s'avvicina l'estate mi piace leggere Stephen King. divoro le pagine anche se ho poco tempo, che si fa leggere alla grande. e poi devo dire che pur essendo un "commercialone" sa scrivere pure bene. ma forse dopo aver letto I miserabili, i fratelli Karamazov e il Don Chisciotte tutti di fila negli ultimi mesi, è normale che il resto mi paia scorrevolissimo! saluti
Io Follia l'ho letto ed è proprio molto,molto bello!
Ve lo consiglio..
Bacioski pattina
1. poco tempo, in realtà si fa leggere
2. pampa
ok vada per follia, consigliato da brizzli e pasqui,e frà pure se non sbaglio. poi vi riferirò. però i consigli di lettura mi piacciono sempre tantoe sono ben accetti
patti! baci, che voglio leggere per bene il post di camus.
io leggo un altro mc.
carthy.
poi vi dirò
McCarthy è meraviglioso fin dal nome,io ultimamente leggo solo i figlietti dei farmaci di automedicazione per il raffreddore. Trippa pagherà molto cara le mie due settimane da raffreddato, lui che riporta virus terribili dal balcano, ora medito come vedicarmi appena sarò guarito
secondo me dovrebbe essere collettiva, la vendetta. Trippa deve pagare dell'averci privato a tutti noi della sua presenza, caro ingegner Fochi. E anche l'estate si è ribellata alla sua clausura. Già so che tornerà il sole caldo nel momento stesso in cui la rivedrò... intanto baci
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