venerdì 25 dicembre 2009

La resaca del Natal

Insomma, è Natale. Ti prepari a quest'evento da giorni, senza che tu l'abbia veramente deciso. Hai un pensiero per tutte le persone care, perchè a Natale, si sa, ci si stringe tutti, ci si vuole bene, si sta vicini. Corri in giro alla ricerca di un regalo che possa essere significativo, perchè non ti va proprio di fare un dono a qualcuno dei tuoi cari che non abbia una ragione, che non caratterizzi quella persona. Come fosse una dimostrazione dell'affetto che provi per quella persona. Perchè poi si gioca tutto sulle aspettative, sai che la tua amica/il tuo fidanzato/ la tua mamma ti farà un regalo, perchè così si fa, quando ci si vuole bene. Il regalo ricevuto è un premio al mio essere importante. Mi amano, quindi mi premiano. Quindi, chi non mi fa un regalo non mi vuole bene? o chi mi fa un pensierino che potrebbe andar bene per tutti nemmeno?

Questione di irrazionalità. Non ci pensi nemmeno più, alla ragione di tutto questo. Sai invece benissimo che ci sono persone il cui affetto per te è fortissimo, che non ti faranno nessun regalo. Sai anche che la cosa più giusta da fare sarebbe non fare regali. Non in questo stupido e insignificante giorno.

E allora, poi, qual è il motivo per cui ti affanni tanto? dice che a Natale ci si vuole tutti più bene. E perchè? Boh. La ragione non c'è, e te la ritrovi davanti, questa assurdità, quando decidi di fare uno sforzo (d'ipocrisia) per fare contenta tua mamma. Hai deciso: quest'anno vai alla messa di Natale. Chi, io? Io che già a 12 anni ho smesso di andare al catechismo perchè odiavo l'ipocrisia dei bambini miei coetanei? Io che ho combattuto le battaglie coi mulini a vento di mia mamma su questo punto? Io che soffrivo, sentendo distanti amici fondamentali per questo motivo?
Vabbè, ma che mi costa? e poi, quando vado a messa mi sento tornare bambina, quando andavo all'oratorio ed ero felice.

E invece il prete della tua parrocchia è cambiato, è meno ipocrita degli altri e vuole coinvolgerti. Usa tutti i mezzi, la musica dal vivo con violini e chitarre, il coro, addirittura spegne le luci e usa il proiettore che con power point scandisce i momenti salienti della celebrazione. Audace. Sembra uno spettacolo. Infine, dice che ci devi andare lo stesso dal ministro - lochiamapropriocosì, ministro - che distribuisce il corpo di Cristo, anche se non puoi prenderlo per qualsiasi motivo. Vuole che ti accosti a lui e fai cenno di non poterlo prendere, per partecipare. Inorridisci al pensiero. Ti sembra quasi una violenza. Ti sei così tanto abituata all'ipocrisia della Chiesa che ti sembra quasi un insulto. Come si permette?
E poi, durante tutta la cerimonia, ti viene solo da piangere. Perchè? è l'affetto che ti circonda che ti manca? Vorresti crederci, a questa cosa, ci riesci a tratti. Ma forse senti il vuoto intorno a te, questa famosa comunità ecclesiastica che senso ha più? Tutto fuori contrasta con la finzione del volersi bene, e non è perchè fuori è brutto, e dentro è bello, non è perchè fuori il mondo è altro da qui. E' lo stesso, e avresti voglia di prenderli tutti a schiaffi questi buoni cristiani che vanno alla messa di Natale. Brave persone. Ma sai che non è così, la tua testa è ancora lucida.

Piangi perchè hai solo voglia di tornare bambina, e di credere alle favole, e di essere certa di non sbagliare. Di perdere la lucidità. A Natale è lecito. Una sbornia collettiva. E' del tutto irrazionale, è la magia del Natale. E il giorno dopo ritorni in te, esattamente con gli stessi sintomi del doposbornia. Guardi le conseguenze della sbornia e sorridi, infilando il cd nel lettore. Qualcuno ti vuole davvero bene.