mercoledì 18 aprile 2007

Manifesto\4

Oggi pensavo a questa canzone, nel sole del percorso verde dell'una. Mi è tornata in mente nello stesso luogo in cui mi trovavo nel luglio del 1994 poche ore prima della finale dei mondiali (quindi dovrei supporre che fosse il 17). Ero con le mie amiche -grandissime amiche- di allora, l'Anna e l'Ascione. Che poi l'Anna l'ho rivista in centro il sabato di pasqua, non la vedevo da anni, ormai fissa a Milano nella sua carriera da consulente del lavoro, o giù di lì, che non ci capisco mai niente qualndo me lo spiega. Comunque ha a che fare con aziende e avvocati, e chi se lo aspettava da lei. E l'Elisa (che ai tempi era semplicemente Asciò, o Ascio-hashish) l'ho ritrovata in biblioteca, pochi giorni prima del mio esame di dottorato, pochi giorni dopo la sua laurea italiana, presa ad integrare l'altra ottenuta a Londra. Pochi giorni dopo il suo esame di dottorato, lo stesso in cui ha saputo di aver vinto la borsa. Ci siamo fumate una sigaretta insieme, come ai vecchi tempi, i tempi del bagno del terzo piano del Mariotti intasato di fumo e di chiacchiere, chiacchiere che ci facevano sentire delle donne fatte. Non penso che sia stato un caso averla trovata lì quel giorno, perchè è riuscita ad incoraggiarmi con la sua semplice testimonianza.
Ho divagato, come sempre.
Loro erano le mie più care amiche, quella era l'estate del 94, io uscivo tutti i giorni verso le 4 con il mio sì verde bottiglia percorrevo strade ormai cambiate verso il centro, e lì mi piazzavo fino all'ora di cena con l'Anna. Stavamo sempre sedute al Pds, per diversificarci da quelli del portone, o forse perchè non avevamo il coraggio di sederci fra di loro, anche se dopo poco siamo state risucchiate da loro; ci sembravano "grungissimi"...termine idiota che usavamo indistintamente per definire i freghi carini o le zecche zellose, che ci piacevano tanto. Poi giravamo fingendo di essere lesbiche o comunque con una birra in mano sempre ben in vista: eravamo davvero convinte di essere provocatorie, come delle rockstar. Quell'estate lì infatti ci mettemmo in testa di formare il primo gruppo di riot grrrls perugino, poracce. Davvero patetico. Io alla voce e chitarra, Ascio alla batteria e Anna alla chitarra. Il basso non credo fosse contemplato, o forse c'era l'idea di coinvolgere un maschio, ma non ricordo. La prima prova avvenne proprio al percorso verde, nel giorno suddetto. E in quei giorni io tentavo di rifare con la mia chitarra il riff iniziale di questa grandiosa canzone dei Sonic Youth...quanto me piaceva...quanto mi piace anche adesso, troppo tempo che non la riascolto...ma quant'ero scema...però mi divertivo parecchio.
Ecco a voi un altro pezzo di me

10, 20, 30, 40
tell me that you wanna hold me
tell me that you wanna bore me
tell me that you gotta show me
tell me that you need to slowly
tell me that you're burning for me
tell me that you can't afford me
time to tell your dirty story
time for turning
over and over
time for turning
four leaf clover

betting on the bull in the heather

10, 20, 30, 40
tell me that you wanna scold me
tell me that you a-dore me
tell me that you're famous for me
tell me that you're gonna score me
tell me that you gotta show me
tell me that you need to sorely
time to tell
your love story time
for turning
over and over
time for turning
four leaf clover

betting on the bull in the heather

(Bull in the heather)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Effettivamente l'immagine che ne esce è molto liceale, ma bella senza ombra di dubbio. L'idea del gruppo io non l'ho mai avuta,ma cara Patti secondo me a quell'età non è tanto che si è scemi, è ingenuità, se ci penso fa anche tenerezza quella visione completamente distorta del mondo...che bellezza

Anonimo ha detto...

chi ha amato anche una canzone, anche un solo riff della Gioventù Sonica non è scema a prescindere...

Più de n'emozione, come direbbe forfecchia...

Anonimo ha detto...

Immagini liceali di spensieratezza, anche se, dopo, il liceo si è rivelato ben altra cosa. Quando sono uscita dal Mariotti ero davvero felice di non dover più vedere quella gentaccia...
Invece peccato non avere conosciuto il mio rappresentante d'istituto del mio primo anno....ma purtroppo stavo nella succursalina sfigata di via Guardabassi...grazie dani, molteplici emozioni, già

Anonimo ha detto...

il 17 luglio del '94, oltre a guardare la finale dei mondiali bevendo un brick di latte al cacao, ero lontano 8 giorni dal giorno in cui avrei conosciuto la betta, causa originaria di tutto questo. personalmente non contemplavo ancora espressioni musicali differenti dalla melodia. poi arrivarono document dei rem e l'unplugged in n.y. dei nirvana. da buon riformista andai per gradi. in mezzo, a fine settembre, un altro disco dei rem, il primo che potei comprare in diretta, il giorno stesso della sua uscita. neofita della band, fino a quel momento avevo ascoltato solo roba vecchia. ebbene, quel disco era monster. che mi sconvolse, letteralmente. ora è uno dei loro album che amo di più. in crush with eyeliner appariva (alla chitarra, credo) tale thurston moore.

Anonimo ha detto...

chissà com'eri sexy imbracciando la chitarra e cantando questa canzone sensuale...

Anonimo ha detto...

eh? mah, in realtà di sexy c'avevo proprio poco,anzi...diciamo che invecchiando sò migliorata...Cmq se ne può parlare, ma chi sei?batti un colpo!

Per giovi: ti dico solo che il mio experimental jet set è registrato sul lato b di una cassetta che nel lato a ospita automatic for the people..d'altronde era il periodo in cui Stipe si faceva vedere con Courtney Love(e in cui soprattutto pianificava collaborazioni con Cobain)...ah, che anno il 94! senza contare che io acquistai anche la cassetta di August and everything after

giovanni dozzini ha detto...

io il cd, patti. in cassetta comprai mighty joe moon dei grant lee buffalo, altra pietra miliare della mia cultura musicale. ma questo è il filone folk-rock (tutt'ora il mio preferito, sì)

patti ha detto...

caro alessio, ma 'sta cosa dei capelli non dipenderà dallo studio di giurisprudenza? come disse il caro giovi il giorno del suo ultimo esame al professore che gli chiedeva che fine avessero fatto i suoi capelli sulla foto del libretto...