venerdì 2 marzo 2007

Manifesto\2

Ieri giornata intensa: sveglia alle 5e30 per prendere il treno delle 6 e 15 per arrivare a firenze in tempo per non perdere nemmeno un minuto di apertura della Biblioteca della Fondazione Turati. E già per questo la giornata è da annoverare negli annali della mia vita, visto che sono abituata a ben altri orari. Penso che le 5e30 mi abbiano vista sveglia in pochissime altre occasioni, il più delle volte perchè non ero andata a dormire, in effetti(capodanni e falò e altre più piacevoli occasioni - di cui inizio a perdere la memoria, fra l'altro -). Alla Fondazione il tizio della biblio si ricordava di me anche se la mia apparizione precedente risalisse ormai a più di un anno fa; anche perchè, ma chi cavolo frequenta tale fondazione a parte i soliti noti storici del socialismo italiano tipo Degl'Innocenti e Sabbatucci, che fra l'altro fanno parte della direzione? Come l'altra volta, mi ha regalato un libro, questa volta dal titolo "Alessandro Schiavi, il socialista riformista", delle cui copie immagino avesse un armadio pieno, ma lo ringrazio perchè mi è tornato utile per capire che non andrò a Parigi per studiare il periodo dell'esilio, bensì ad Amsterdam - perchè è lì, inspiegabilmente che si trova l'archivio Turati per quel che attiene l'esilio -, e ciò in fondo non mi dispiace. Ovviamente ho usato male la lingua italiana, avrei dovuto usare un condizionale, perchè non è assolutamente scontato nè che mi facciano andare all'estero nell'ambito del dottorato nè che mi approvino questo progetto di ricerca, ma mi rendo conto di avere dei limiti in questo senso e di essere molto pigra.
Altrettanto inspiegabilmente, tornata a Perugia nel tardo pomeriggio non avevo sonno e ho persino accettato l'invito a teatro per vedere Fabio De Luigi ne "Il bar sotto il mare"di Stefano Benni: bulissimo. Ho riso molto e l'ho trovato geniale. Che giudizio articolato, no? Di più non c'ho voglia.
Inizio a essere stanca del blog, lo confesso...
Vi lascio con una canzone-mio manifesto.


(Elogio alla libertà)

Se ti tagliassero a pezzetti
il vento li raccoglierebbe
il regno dei ragni cucirebbe la pelle
e la luna tesserebbe i capelli e il viso
e il polline di Dio di Dio il sorriso.

Ti ho trovata lungo il fiume
che suonavi una foglia di fiore
che cantavi parole leggere, parole d'amore
ho assaggiato le tue labbra di miele rosso rosso
ti ho detto dammi quello che vuoi, io quel che posso.

Rosa gialla rosa di rame
mai ballato così a lungo
lungo il filo della notte sulle pietre del giorno
io suonatore di chitarra io suonatore di mandolino
alla fine siamo caduti sopra il fieno.

Persa per molto persa per poco
presa sul serio presa per gioco
non c'è stato molto da dire o da pensare
la fortuna sorrideva come uno stagno a primavera
spettinata da tutti i venti della sera.

E adesso aspetterò domani per avere nostalgia
signora libertà signorina fantasia (anarchia)
così preziosa come il vino così gratis come la tristezza
con la tua nuvola di dubbi e di bellezza
.

T'ho incrociata alla stazione che inseguivi il tuo profumo
presa in trappola da un tailleur grigio fumo
i giornali in una mano e nell'altra il tuo destino
camminavi fianco a fianco al tuo assassino.

Ma se ti tagliassero a pezzetti
il vento li raccoglierebbe
il regno dei ragni cucirebbe la pelle
e la luna la luna tesserebbe i capelli e il viso
e il polline di Dio di Dio il sorriso.

6 commenti:

Federico ha detto...

No, già stanca del blogghe no. E poi questa rubrica manifesto è appena iniziata...Ma di chi sarebbe questa canzone?

Anonimo ha detto...

Faber De Andrè. superate o tutti voi i pregiudizi che vi negano tali sublimi vette poetiche... è per questo che non ho scritto di chi era, spero sia servito a incuriosire qualcuno, Ho già in mente un'altra puntata della rubrica, no te procupes

Anonimo ha detto...

Non sono pregiudizi, trovo alcune sue canzoni dei capolavori, ma mica tutte...comunque il sospetto c'era. Intanto bona notte

Anonimo ha detto...

lo dicevo io che eri un genio!

Anonimo ha detto...

era chiaro che fosse di de andrè. se ci sono le parole vento, fiore e rose nelle prime dodici righe, una canzone non può essere che di de andrè.
ciao patti, ti saluto solo al volo perchè sono indaffaratissimo.
e purtroppo leggo solo a sprazzi i tuoi post, che sono chilometrici. consiglio uno spezzettamento maggiore.
beso

Anonimo ha detto...

sembrano kmetrici. è il carattere che è grande, e l'impaginazione stretta. vedrò se riesco a essere più corta