lunedì 26 febbraio 2007

Manifesto\1

La Fondazione Turati non mi risponde, e l'università non mi ha ancora versato i soldi, uffa.
Sotto impulso della bellissima donna mancata che risponde al nome di Federico, dò inizio oggi con estrema pigrizia alla nuova rubrica che si ripromette di palesare alle persone che leggono questo blog frammenti significativi dei miei pensieri attraverso estratti di libri, canzoni, poesie, aforismi e quant'altro mi passi per la mente. L'avevo annunciata in uno stato di leggera ebbrezza durante la festa di sabato scorso e, siccome sono timida, quando bevo mi viene tutto più facile e solitamente mi escono le idee migliori. Sarei tentata di accantonarla, ma per questo non lo farò.

Innanzitutto premetto una cosa: io non sono dotata di una grande cultura. Sebbene tutti pensino il contrario, non è assolutamente così. La gente lo pensa forse perchè parlo un italiano più o meno privo di influenze dialettali, perchè pronuncio "casa" con la "s" dolce o per il mio modo di parlare, con espressioni forse troppo italiane, boh. Era così anche agli esami universitari, facevo un figurone per il mio modo di esprimermi, sembrava sempre che sapessi molte più cose di quelle che sapevo in realtà, per questo spesso mi davano le lodi. Questa cosa me la fece notare Tania, la mia compagna di studi: lei era quasi sempre più preparata di me, finiva il programma ed era precisissima, io studiavo forse con più intensità i singoli argomenti, ma non riuscivo mai a finire il programma. Epperò, io prendevo la famosa lode, e lei no. Ho provato spesso forti sensi di colpa, ma tant'è. Tutto questo per dire al mondo di non farsi eccessive aspettative su di me, che mi mettono ansia. Come quando arrivai a Barcellona e tutti gli amici di Giovanni si aspettavano grandi conversazioni con me, dato ciò che il mio amichetto gli aveva raccontato sul mio conto, e a me saliva un'ansia incredibile perchè dovevo confermare la mia fama. A un certo punto mi sa che decisi pure di evitarli per questo. Soprattutto Olivier, che si lamentava di non conoscere gente interessante, pensava che avrebbe trovato in me l'interlocutrice ideale. "Me dijo Giovanni que eres super-culta, verdad? tenemos que quedar..." Si, si...ma che palle, voglio essere bella e stupida, e stare zitta. E sorridere dolcemente di tanto in tanto e non fare nulla. Altro che discorsi sulle potenzialità della lingua spagnola... Tanto poi c'era la veneziana bionda e scema che piaceva a tutti, vero Piero?

Comunque tutto questo per dire che voglio essere libera di essere banale.

La prima puntata prevede una poesia di Costantinos Kavafis che si trovava sul retro del libro ( o dovrei dire "quarta di copertina"?) di poesie del V ginnasio. Era un libro un po' troppo poco formale per essere un testo adottato a un liceo classico, c'erano pochi autori e non seguiva la classica impostazione dei libri di poesia che pretendono di fornire una sinossi completa dei poeti più importanti dell'età contemporanea. Mi sembra che addirittura alcuni poeti basilari fossero stati omessi di proposito. Ma c'era grandissimo spazio per Majakovskij, Neruda, Garcia Lorca, Apollinaire, e io mi ero appassionata molto. Alla fine del libro c'era persino una sezione dedicata alle poesie in musica dei canatautori italiani: Vedi Cara di Guccini, Mi sono innamorato di te di Tenco, Amore che vieni amore che vai di De Andrè.
Ecco, questa poesia di Kavafis mi è ritornata alla mente diverse volte nella mia vita, e l'ho riscritta nelle pagine dei miei diari più di una volta, per dare forza a certi miei pensieri.
Voglio pensare che fosse lì per un motivo preciso, è così seducente l'idea del destino...

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico

Non sciuparla portandola in giro
in balia del quotidiano
gioco balordo

degli incontri e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.


ps. certo che i discorsi inutili sono davvero il mio forte, la prossima puntata non la introdurrò, promesso.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La banalità spesso si confonde con la semplicità. Che sia questa la chiave della vita? O forse dell'Arte o della cattiva televisione?

Cmq sia ben venga

Anonimo ha detto...

l'attesa è stata ripagata dalla poesia, bella davvero e anche l'introduzione con la storia liceale è ammirevole. Anzi ora mi hai fatto venire in mente una poesia pure a me, forse la pubblico tra un po', intanto vado a leggere qualcosa di Kavafis perché lo conosco poco. A questo punto aspetto Manifesto\2

patti ha detto...

sono contenta che ti sia piaciuta la poesia, è molto semplice, fatta di scarne parole banali, ma tutte insieme così riescono a diventare potenti... forse quello che dice Gabito è vero. aspetto con ansia la tua poesia, mentre io ho pubblicato una chicca sopra...