domenica 17 giugno 2012

Buchi


Un buco nero, in cui vanno a finire tutte le emozioni.
I fotogrammi degli uomini che ho amato.  I loro occhi, il primo incontro, i sorrisi, i desideri repressi, la libertà, la passione, i baci, toccarsi, evitarsi, se mi stringi così mi sento piccola ed è tutto ciò che voglio, le intese, le parole, arrossisco, i miei occhi che ruotano nella paura-desiderio di finire nei suoi - “panic!” - l'inutile stesura di inutili libretti d'istruzione (ma io che ne so?)... tutto lì, nel buco nero.

Stanno tutti là, e quando non ce li hai, ti fai un giro nel buco nero. Lì non c'è rancore, non c'è quasi mai spazio per il rancore. I miei uomini sono gatti, che distruggono le cose a cui tengo, e poi ti fanno le fusa. Ok, ha distrutto tutto, ma è un gatto. E' solo un gatto. E' colpa tua, che hai lasciato in giro le cose importanti. Non ti puoi incazzare con un gatto. L'hai scelto tu, felino. Non volevi un cane fedele; un gatto sensuale e indipendente, ma dolcissimo e presente, che ogni tanto ti si strofina, senza chiedere tantissimo, solo crocchette e qualche coccola. Puoi solo prendere quello che ha da darti, un gatto. Che poi, non è poco. Almeno con un gatto, c'è un luogo che puoi persino chiamare casa. In fondo, tra un buco nero e una casa, che differenza fa? 



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