lunedì 4 febbraio 2008

sull'Aventino

Una volta esistevano deputati di un certo genere. Pronunciavano discorsi parlamentari memorabili. Uno di quelli che maggiormente ricordiamo tutti (ma credo che se si facesse un sondaggio fra gli italiani medi, molti non saprebbero esattamente perchè gli siano state intitolate tante vie e piazze) è Matteotti, no? Intervento da brividi, a pensarci a posteriori, coraggioso e quasi ingenuo, irresponsabile quasi, folle e dettato da tutto fuorchè dall'opportunità. Ora abbiamo Mastella. Un discorso penoso, che ad ascoltarlo istintivamente provoca un moto di repulsione, disgusto, disprezzo, e viene voglia di alzarsi, mollare tutto e andare via, o tirare dei pomodori, dissociarsi, ritirarsi sull'aventino delle coscienze. E invece? Applausi, scroscianti e deprimenti, applausi, applausi. No, perchè di tutta questa squallida vicenda, gli applausi e la solidarietà di gran parte del Parlamento, e la raffigurazione del martire Mastella, lui che fra l'amore della famiglia e il potere, sceglie il primo, è la cosa che mi fa più ribrezzo. Mai come in questo periodo mi sento come esiliata dal paese in cui sono nata; non me ne sento parte, non darei nulla per questa gente. è forse questo il motivo per cui guardo tutto come da dietro un vetro, come se fosse un film, uno scenario lontano; mi sento come narcotizzata dalle vicende, come se il mio organismo avesse creato degli anticorpi per difendersi da tanta oscenità.
Peggio del fascismo, molto peggio, credo. Se ci fosse una dittatura si potrebbe progettare delle piccole azioni esemplari, e forse ci si sentirebbe con la coscienza più a posto, oppure progettare un legittimo tirannicidio contro il dittatore, e forse qualcuno in più riconoscerebbe la natura di tiranno del potere e si trverebbe conforto dalla solidarietà silente di chi vorebbe farlo, ma si trattiene solo per paura. Il coraggio non verrebbe meno, allora credo.
Ma qui, così, in queste condizioni, a che pro fare qualcosa? In nome di chi?
I bolscevichi, i giacobini; persino gli anarchici... mai l'avrei detto, ma li comprendo sempre di più. La libertà non è per tutti; come tutte le cose grandiose, bisogna meritarsela.

E con questo pessimismo cosmico, vi saluto. E scriverò molto più frequentemente, sì sì.

2 commenti:

Personaggio Narrante ha detto...

era ora.

Anonimo ha detto...

Finalmente torno, per almeno rimarrò in questo paese di furbetti. Mette tristezza, sentirsi sbeffeggiati in giro per il mondo peggiora anche il disprezzo che si ha per certi martiri della politica e chi li dipinge così. Hai ragione Pat, si iniziano a guardare le cose con distacco, come non si dovrebbe...mo provo a vede' se migliora un po' con una doccia