mercoledì 8 agosto 2012

Stoccolma

Cuore della notte, quasi.
Oggi ho un pensiero ricorrente.
Il mio gatto, mai uscito di casa per sua scelta (se si può chiamare "scelta" la paura) da un po' di tempo tenta la fuga.
Io lo incentivo, lasciando spesso la porta di casa aperta, sperando di vederlo prendere coraggio mentre io mi affanno in qualsiasi altra faccenda. Insomma, lo ignoro.
Oggi non solo ha varcato la soglia, ma non si è fermato come fa di solito accucciato allo zerbino - al massimo annusa lo zerbino dei vicini - ma è arrivato a scendere tutta la prima rampa delle scale che portano al portone del palazzo.
Per approvarlo, ho deciso di uscire di casa e di chiudere la porta.
A quel punto lui è tornato indietro. La porta chiusa non poteva reggerla. Si è messo a implorare affinchè la riaprissi.

Esco. La mia amica è intelligente. Decisamente sopra la media. Infatti è un personaggio un po' al limite tra normalità e follia. I personaggi che io amo maggiormente, con cui mi sento più a mio agio.
Dice una cosa. "Dobbiamo mantenere una riserva di energia pronta da usare per rifarci una vita senza i nostri amici, senza i nostri affetti di sempre. Le persone eccessivamente affettuose con i loro cari si comportano in questo modo perchè non sanno uscire dalla loro casa. Apparentemente hanno un equilibrio, ma è come se non vivessero. Non si chiedono cosa c'è fuori perchè non sanno chi sono".

E' così dolce essere prigionieri.

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